Se hai pregiudizi nei confronti dei tarocchi, sappi che questo è l’articolo giusto per te.
Perché io per prima sono stata super campionessa di pregiudizi verso i tarocchi.
Anzi ti dirò di più: ne avevo proprio paura.
Una volta a Bologna ho pernottato in una casa che ho scoperto solo quando sono arrivata appartenere a un’indovina. Sul tavolo della cucina c’era un mazzo di tarocchi di Marsiglia. La casa era grande e io ero da sola. Fin da piccola mi avevano inculcato che da “quelle cose” bisognava stare lontani, per cui quando ho visto quei tarocchi, ho pensato che dentro quella casa chissà cosa era accaduto di malefico e avevo il terrore di dormire la notte lì. I tarocchi neanche li guardavo… pensa te quanto i pregiudizi influiscono su una bambina che diventa un’adulta piena di paure.
Beh, per farla breve, ho dormito in quella casa tre notti come un ghiro, e te lo dice una che ha il sonno molto, ma molto, leggero.
Qualche anno dopo, in preda a una crisi lavorativa, chiesi consigli a una strategist di cui mi fidavo parecchio, e lei mi disse: “Perché non ti fai fare una lettura da Manuela Angelini?”.
Inizialmente pensavo scherzasse.
Avevo chiesto consiglio a una strategist. Parliamo di roba concreta, pratica, io sono una con la testa estremamente scientifica e, come ho detto prima, sui tarocchi avevo un atteggiamento tipo Vade Retro.
Però di questa persona mi fidavo e io ho questa qualità che mi riconosco: se ho fiducia, mi butto, per lo meno provo.
Così contattai Manuela e… da allora, non l’ho più lasciata.
Posso certamente affermare che Manuela Angelini è una delle più belle persone che abbia conosciuto negli ultimi tre anni della mia vita.
Da quel momento ho iniziato a studiare i tarocchi dal punto di vista di Jung e Jodorowsky (dal punto di vista della psicanalisi che è scienza), ho conosciuto la potenza degli archetipi, di uno specchio fedele di ciò che hai dentro, di qualcosa che agisce nel qui e ora, non nel futuro come si potrebbe pensare.
Uno strumento che restituisce il potere nelle tue mani, non è affidato a qualcosa o a qualcuno, ma ti offre un punto di vista su cui tu puoi agire da protagonista.
Da due anni sono iscritta al percorso di Manuela, Sarà l’anno, sperimentando tutto questo sotto l’ala del proprio intuito personale.
E oggi ho finalmente deciso di condividere con te questo strumento potentissimo per la propria crescita personale, scevro da tutte quelle cavolate che ho ascoltato fin da piccola e che, ahimè, si sentono ancora.
Lo faccio attraverso l’intervista a Manuela Angelini per l’appunto, perché tu possa conoscere la splendida persona che è e come usare i tarocchi per la tua crescita personale.
Alla scoperta dei tarocchi con Manuela Angelini
N. Ciao Manuela, ci racconti qualcosa di te?
M. Sono Manuela e mi definisco una Tarot Mentor.
Leggo e insegno i Tarocchi a donne intelligenti, curiose e piene di talenti, che vogliono compiere un viaggio dentro se stesse per comprendere blocchi e paure, riscoprire la loro magia, manifestare il loro potenziale e creare la vita che desiderano.
Mi piace molto anche fare divulgazione su questo meraviglioso strumento che sono i Tarocchi perché purtroppo nel tempo sono stati relegati in un immaginario polveroso e pieno di superstizioni.
Desidero ridar loro dignità e restituirli alle persone come mezzo per risvegliare l’intuito, connettersi alla propria saggezza interiore e come guida verso la realizzazione.
Amo i libri e la scrittura e questo mi ha portato a scrivere un libro io stessa, un libro che portasse nel mondo il mio messaggio: i Tarocchi possono far parte della vita di tutti come saggio, antico e prezioso strumento di autocoscienza; dunque non per predire futuro, ma per creare il futuro desiderato, che è sempre nelle nostre mani.
Adoro la musica, il jazz in particolare: in passato ho organizzato diversi concerti e un giorno mi piacerebbe rifarlo.
Amo la natura, camminare nei boschi con il mio cane e cogliere tutta la magia delle ore di confine: le prime del giorno e quella del tramonto.
Adoro circondarmi di incensi, candele e cristalli.
Non amo la confusione, la mondanità e seguire le mode.
Credo fermamente nell’autodeterminazione, nel libero arbitrio, nel libero pensiero e nell’Universo che ci guida e supporta. Credo nelle possibilità e nell’impegno.
Credo che una buona lettura di Tarocchi sia quella che ci stimola a riflettere, ad agire e magari ci lascia con qualche domanda, non quella che ci da delle risposte pronte che verranno dimenticate un minuto dopo.
Credo nella magia come unione di responsabilità, potere e fiducia.
Credo nella spiritualità del quotidiano e che lo spirito sia in tutto ciò che ci circonda.
Questa è la visione che porto nel mio lavoro, che infonde ogni mio progetto, ogni mia azione e tutta la mia vita.
Primo approccio con i tarocchi
N. Com’è stato il tuo primo approccio con i tarocchi?
M. Già ai tempi dell’università io e le mie compagne ci divertivamo a interpretare le carte piacentine, ma era soltanto un gioco.
L’incontro vero c’è stato molto più tardi quando, alla soglia dei 40 anni, mi sono trovata a vivere una grande crisi professionale e personale.
Ero in un momento della vita già di per sé delicato, e mi capitava ben spesso di pensare a quel senso di scomodo, di fastidio, che pervadeva tanti aspetti della mia vita.
Il lavoro stava prendendo una piega che non avevo previsto e che non mi rispecchiava, alcuni rapporti mi appesantivano, mi si presentavano in continuazione situazioni indesiderate.
Avevo la netta sensazione di non avere in mano il timone della mia vita e di star vivendo in un modo che un “sistema” mi aveva costretta ad adottare e che, in realtà, io non volevo affatto.
Iniziai a farmi domande in maniera quasi ossessiva sul perché di tutto questo: durante il giorno non facevo altro che rimuginare e lamentarmi di quanto tutto fosse ingiusto, persa in una spirale di pensieri negativi.
Fu in questa situazione che il mio compagno, preoccupato per me, pensò un bel giorno di regalarmi una seduta da una cartomante.
Io però non volevo assolutamente andarci, non “credevo” in quelle cose, non riuscivo a concepire che ci fosse gente che credeva a tutto quello che poteva dirgli una cartomante sulla sua vita e sul suo futuro.
Lui però insistette così tanto da prendermi per sfinimento. Alla fine accettai e nel giro di pochi giorni mi ritrovai nella sala d’attesa della famigerata cartomante.
Fu una seduta grottesca ma trasformativa allo stesso tempo: piena di senso critico azzardai qualche domanda e lei, perfetto specchio delle mie aspettative, buttò lì qualche assurda e improbabile risposta futuristica tutta basata sul “succederà che…”, “c’è dell’invidia…” “arriverà una notizia…”, “un uomo importante ti aiuterà…”.
Tutte quelle frasi che sembravano sentenze inappellabili, dove la mia volontà non contava nulla, mi misero addosso un senso di ribellione e una sorta di rabbia che dovevo assolutamente esprimere in qualche modo.
Ancora non me ne rendevo conto, ma stavo cominciando a reagire. Il desiderio di ribellarmi rimandava a quello di cambiare tutto quello che, nella mia vita, non avevo voluto né deciso.
A un certo punto avvenne qualcosa di strano: mi alienai completamente dalla voce della cartomante, la sentii allontanarsi sempre di più fino a diventare ovattata e poi sparire del tutto, mentre la mia attenzione veniva completamente assorbita dalle immagini delle carte davanti a me. Come in uno stato di trance iniziai a guardarle una a una per la prima volta. Le avevo viste tante altre volte, ma non le avevo mai davvero guardate. E più le guardavo, più ci vedevo me stessa, scene della mia vita, simboli che facevano affiorare emozioni, ricordi, desideri, spaccati del passato e del presente.
Appena fuori dallo studio, la prima cosa che dissi al mio compagno fu: «Non ci credo che con i Tarocchi si possa solo guardare il futuro. Ci dev’essere di più!»
Lui mi guardò con espressione interrogativa, probabilmente pensava che gli avrei raccontato le profezie della cartomante, e invece dissi: «Mentre rientriamo voglio comprare un mazzo di Tarocchi!»
Era l’inizio di una straordinaria avventura!
Cartomanzia o tarologia: differenze
N. Ci spieghi qual è la differenza tra tarologia e cartomanzia?
M. La cartomanzia (termine che che deriva da “Mantica”, la pratica di divinare il futuro interpretando segni di varia natura), usa i simboli, le allegorie e gli archetipi delle carte per capire cosa accadrà nel futuro.
L’attenzione quindi è rivolta alla previsione di eventi che dovrebbero verificarsi nella vita del consultante.
Da parte mia non pratico questo approccio perché presta il fianco a un atteggiamento fatalista, passivo, quasi vittimistico.
La sensazione potrebbe essere quella di ricevere una sorta di sentenza inappellabile dagli Arcani e di non poter fare nulla per cambiarla o dover soltanto aspettare che gli eventi pronosticati si realizzino, come se dipendesse totalmente da qualche fattore esterno a noi, slegato dalla nostra volontà.
La Tarologia, invece, usa archetipi e simboli dei tarocchi per accompagnare il consultante a guardare dentro se stesso e trovare nuove prospettive e spunti di riflessione che lo aiutino a tirarsi fuori dalla situazione di difficoltà, incertezza o blocco in cui si trova.
Nella Tarologia quindi si porta l’attenzione al presente, un presente su cui poter agire per cambiare. La sensazione che si ha non è più quindi di impotenza, ma l’opposto: posso agire sulla mia realtà per migliorarla.
Cos’è la Tarologia Evolutiva
N. Si sente spesso il termine “Tarologia Evolutiva”. Posso chiederti cosa si intende con questa definizione?
M. Forse il senso di questo termine si può già dedurre da quanto abbiamo detto in merito alla Tarologia.
In questo approccio i Tarocchi vengono usati come strumento per aiutare il consultante a guardarsi dentro, comprendere il suo presente, come sta vivendo la sua realtà, quali blocchi gli impediscono di realizzare ciò che vorrebbe e quali risorse può mettere in campo per sbloccarsi e attivare un cambiamento.
Autocoscienza, sblocco, attivazione, cambiamento portano a un’evoluzione della persona insieme a una sua crescita personale ed ecco perché si parla di Tarologia evolutiva.
Cosa fa un tarologo
N. Quindi in sostanza cosa fa un tarologo?
M. Un tarologo accompagna il consultante nel suo viaggio introspettivo, stimolando in lui osservazioni inedite, nuovi punti di vista, nuove considerazioni.
Lo fa mettendosi in ascolto attento e privo di giudizio della persona, ponendo domande e proponendo un’interpretazione della simbologia dei tarocchi che tenga in considerazione il suo sentire e lo coinvolga come parte attiva della sessione.
In una lettura tarologica, il consultante non è trattato come qualcuno che deve solo “ricevere” informazioni o consigli senza partecipare, ma per ciò che è: un soggetto che non ha nulla di sbagliato e ha tutte le risorse per poter gestire la sua situazione e trasformare attivamente la sua realtà.
N. Hai un progetto futuro che vuoi condividere con chi ci legge?
M. Sto lavorando a un progetto molto grande riguardante la formazione in ambito tarologico ma è davvero ancora troppo presto per anticipare di più.
Nel frattempo, chi desidera entrare in contatto con questo bellissimo strumento di autocoscienza in modo intuitivo e trasformativo, può regalarsi il mio libro Tarocchi per la vita che ho scritto per accompagnare le persone a crearsi una pratica personale con i tarocchi e renderli uno strumento veramente utile nella vita e nella propria realizzazione.
N. Grazie, Manu, per essere stata mia ospite in queste pagine al contrario e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti presenti e futuri.
Libri sui tarocchi evolutivi
Leggere è sempre una buona pratica per approfondire.
Quindi eccomi a te con un po’ di libri che ti permetteranno di approfondire i tarocchi dal punto di vista evolutivo.
- Iniziamo proprio dal libro di Manuela, Tarocchi per la vita, che ti accompagnerà nella scelta del tuo primo mazzo, nella conoscenza degli Arcani Maggiori, nelle chiavi di interpretazione delle carte. Assolutamente perfetto per iniziare a sperimentare tu stessa/o la pratica dei tarocchi.
- Un altro libro da leggere è La via dei tarocchi di Alejandro Jodowrosky. Questo libro è un trattato di una finezza in cui personalmente mi sono imbattuta pochissime volte.
C’è la storia di Jodorowsky, i suoi studi e le ricerche che lo hanno portato a coniare e diffondere il termine stesso tarologia e il distacco dalla cartomanzia. C’è il legame che, a molte/i potrebbe sembrare assurdo, tra tarologia e buddismo, tra materia e spirito.
- Concludo con uno degli autori che amo da tutta la vita: Italo Calvino. Ebbene sì, lui conosceva i tarocchi e ne conosceva soprattutto gli aspetti archetipi ed evolutivi. Il libro che ti consiglio si chiama Il castello dei destini incrociati, che non è un manuale né un trattato ma uno dei suoi più rari romanzi.
Bene, mi auguro di averti accompagnato in questo viaggio alla scoperta dei tarocchi attraverso una prospettiva diversa rispetto a quella a cui sei abituata/o e che questo viaggio possa continuare nella tua vita attraverso la conoscenza.
Perché è la conoscenza a darci le chiavi per uscire dai pregiudizi, a permetterci di sperimentare in prima persona e offrirci la possibilità del cambiamento.
Buon viaggio, anima al contrario, che sia fisico e/o spirituale poco importa, che ti porti verso la tua felicità, questo sì, importa. Tanto!