Onde gravitazionali: la scoperta del secolo

È appena passato San Valentino e, tra stepchild-adoption e Baci Perugina firmati da Fedez, il mio radar di interesse si è focalizzato su un altro tipo di amore.

L’amore che c’è negli occhi di ogni fisico contemporaneo da mercoledì scorso a questa parte.

Da quando hanno scoperto le onde gravitazionali.

Ma li hai visti?

Onde gravitazionali e fisici formato ragazzini

Dici onde gravitazionali e loro sembrano dei ragazzini di 8 anni con il loro LEGO super-mega-limited-edition, no, si più, con la spada originale del primo Star Wars, con il pallone firmato e dedicato personalmente da Lionel Messi. Con tutte queste cose messe insieme e ancora di più.

Hanno il luccichio negli occhi, le farfalle nello stomaco, il sorriso da paresi stampato sulla faccia da giorni. Altro che anima gemella. Questa è passione allo stato puro.

Del resto, hanno visto con i loro occhi un’intuizione di più di un secolo fa, l’intuizione di un certo fenomeno rispondente al nome di Albert Einstein.

A noi, uomini e donne della strada, Einstein è simpatico per via della capigliatura da chi ha preso una scossa a 1000 Mega Hz, e perché ci raccontano sempre la storiella che non era tanto bravo in matematica, così in qualche modo ci facciamo una ragione dei nostri fallimenti algebrici (“Un qualunque ragazzetto per le strade di Gootingen capisce la geometria a quattro dimensioni meglio di Einstein. Ciò nonostante, è stato Einstein a finire il lavoro, non i matematici”. David Hilbert).

Ora, detto che sicuramente sapeva risolvere le equazioni meglio di ognuno di noi che riduciamo l’uso dei calcoli alla spesa dal verduraro il sabato mattina, Einstein aveva intuito robe che solo oggi, cento anni dopo, i più grandi fisici relativisti sono riusciti a dimostrare.

Intuito, immaginazione. Non calcolo.

In quello, come abbiamo già detto, c’era chi era più bravo di lui, ma nell’intuito, no, lì era the best of the world.

Onde gravitazionali secondo Unadonnaalcontrario

Compenetrazione dei buchi neri

Venendo alle onde gravitazionali e cercando di raccontartele un po’ come le ho capite io, e quindi sicuramente male, è la prima volta nella storia che sono stati visti ben due buchi neri che si compenetrano (non iniziare con i doppi sensi che qui è roba seria) e si fondono insieme.

E l’energia che hanno prodotto in onde gravitazionali ha viaggiato per un miliardo e mezzo di anni, arrivando a noi leggerissima, come una brezzolina moscia di primavera (scusa il paragone poco poetico ma rende l’idea).

Come dice Carlo Rovelli: “Eravamo convinti che queste onde esistessero. Ma una cosa è essere convinti che esistano leoni. Un’altra è cercare un leone vero e guardarlo negli occhi”.

A quanto pare l’hanno trovato!

Ora tu ti chiederai, ma a noi, nella nostra vita quotidiana, che cambia?

Mica diventiamo più ricchi, più sani, più belli?

Probabilmente no, sebbene la conquista delle onde gravitazionali sia un punto di partenza verso nuove scoperte, quindi chissà che non scoprano qualche strana equazione che inverta la gravità solo per il nostro culo e le nostre tette. Lascia stare, ho detto una ca**ata e tu lo sai bene.

Degni di esseri umani

Ma quanto è figo l’essere umano quando vuole esserlo!

In verità quello che personalmente mi arriva è l’infinita fiducia nelle capacità dell’essere umano e nel mondo che ci circonda.

La fiducia o “fede” che, con l’impegno e la verifica costante (questa è la scienza), possiamo andare oltre la realtà concreta ed essere convinti che il mondo che intuiamo dentro di noi, può essere vero, non sognato, non mistico, ma concreto, reale.

Sta a noi dimostrarlo tentando di realizzare quello che più desideriamo.

Sperimentando, provando, fallendo e ricominciando. Tassello per tassello.

Un momento si vince, l’attimo dopo si perde. Qui si impara e si riprende la strada. Di nuovo si sperimenta, si riprova, si fallisce, si realizza.

Qualche volta fortunatamente si dubita, qualche volta ci si avvicina al risultato, qualche volta ci si allontana drasticamente, poi eccolo lì, prende forma, si concretizza.

Tu capisci che questi signori ci hanno creduto per cento anni senza avere uno straccio di prova (o quasi)?

E noi? Quanto dura la nostra determinazione?

Tre giorni? Un mese o due? Per i più tenaci un anno?

I fisici questa settimana ci hanno dato una bella lezione sull’argomento.

Loro sono riusciti a vedere l’altra metà del cielo.

E io quanto sono disposta a credere nell’altra metà del mio cielo? 

Chiudo con queste parole che spiegano perché amo così tanto la fisica. In fondo la trovo al contrario come me:

La natura del pensiero scientifico è critica, ribelle, insofferente di ogni concezione a priori[…]. La ricerca della conoscenza non si nutre di certezza: si nutre di una radicale mancanza di certezze[…]. Cercare di guardare più lontano, di andare più lontano, mi sembra una di quelle cose splendide che danno senso alla vita. Come amare e come guardare il cielo[…]. Il mondo è più straordinario e profondo di una qualunque delle favole che ci raccontano i padri. Vogliamo andarlo a vedere.”*

*da La realtà non è come ci appare, Carlo Rovelli, Raffaello Cortina Edizioni, pag. 228, 229, 230 

Fashion blogger, io? Anche no!

Fashion blogger? No, grazie!

Attenzione! Questo non è un post contro le Fashion Blogger.

Molte di loro le seguo entusiasticamente. Riguarda la mia esperienza personale. Nient’altro!

Ecco, adesso posso cominciare.

Quando ho aperto questo blog, in molte/i mi hanno chiesto:

«Perché non un blog di moda?».

Domanda comprensibilissima. Mi occupo di moda e costume da quando ero bambina ma non mi era proprio passato per la capa.

Detto tra noi, credo che il web non abbia bisogno dell’ennesima Fashion Blogger.

Non che non ce ne siano di brave, ce ne sono, e poi la caratteristica principale del web è che è democratico quindi ognuno facesse il ca**o che vuole. E come loro anch’io.

Ora, formulato il mio pensiero philosophychic del mercoledì, vado ad aggiungere qualcos’altro.

fashion blogger
Sartoria cinematografica

Io e la moda

Tralasciando i primi due punti che sono personali perché la verità è che ci sono molte quarantenni fighe al mondo e che io non ho aspirazioni da palcoscenico, mi concentrerei in questa sede sul punto 3 e su quella che è la mia visione, anch’essa al contrario, dell’universo moda/costume.

Mi piacciono i bei vestiti, mi piacciono scarpe e borse, esattamente come a milioni di donne italiane e anche di uomini, sebbene in pochi lo ammettano.

Ma della moda la cosa che più mi interessa è il suo ruolo emotivo-sociale.

E qui ti elenco alcuni dei motivi.

La moda è arte allo stato puro

1- È arte allo stato puro.

Sei mai entrata/o in una sartoria?

Sia che si tratti di un atelier di moda, sia che si tratti di una sartoria teatrale, preparati a scoprire un mondo fatato.

Sbuffi di ferro da stiro, matite che risuonano sui fogli, mani immerse in ore e ore di lavoro, schiene chine sui tessuti, aghi che ricamano sete fluttuanti, pentoloni fumanti di tinte evanescenti.

Pura poesia.

2 – È una delle industrie italiane che fa andare meglio questo paese, il ché le dà valore anche a livello di Pil. Questo è meno poetico ma non da sottovalutare.

3 – Chiunque, e dico chiunque (anche tu che stai pensando: “A me non frega un bel niente della moda. Mi metto la prima cosa che mi capita”), chiunque comunica con l’abito.

Psicologia dell’abito

Questa è una delle parti più interessanti del mio lavoro.

Per questo l’ho inserita anche nel mio percorso di Crescita Personale Da Crisalide a Farfalla.

L’abito parla, l’abito racconta chi c’è dentro quel vestito, e lo fa che tu voglia o no.

Che ce ne accorgiamo o no, indossiamo continuamente divise. Non sempre le stesse, certo, un giorno una, un giorno un’altra, in base a tanti fattori: umore, ruolo sociale, lavoro, vita privata.

Poi ci sono i recidivi, quelli che “Io mi vesto solo di blu” o di grigio, o di nero, “così non devo perdere tempo a scegliere”.

Credimi, comunichi tantissimo anche solo con questa frase. E scegli mia cara, mio caro, scegli eccome.

Altro dettaglio. Non c’è solo l’abito, ma come lo porti in giro.

Ti faccio un piccolo esempio. Due amiche comprano lo stesso abito, ovviamente l’una a insaputa dell’altra. Sono diverse, fisicamente: una è rossa, l’altra castana, una è tg 46, l’altra tg 42. Una sceglie di indossarlo con una ballerina, l’altra con un tacco 12.

Secondo te, l’effetto sarà lo stesso?

Chiaramente no!

E non solo per le differenze fisiche, ma soprattutto perché sono due persone differenti, due modi diversi di sentire la vita, due esseri umani unici e irripetibili.

Io personalmente credo che chi snobba la moda a prescindere, si perda moltissimo, persino nella sua crescita personale. E sappi che sono la prima a odiare lo shopping sfrenato, a non sopportare le file chilometriche dei saldi, le riviste di gossip, e le vallettine sceme alle sfilate.

Unadonnaalcontrario Sabaudia

La moda non è solo questo

La moda fa parte del nostro essere italiane/i, del nostro modo, quello bello, di portare l’arte in tutto il mondo, rispecchia la sensibilità del nostro popolo, ci permette di scoprire qualcosa di più di noi e degli altri.

Nella mia esperienza personale, ho visto uomini e donne di tutte le età e possibilità economiche che, dopo un percorso insieme, mostrando loro quello che comunicavano con l’abito, la postura, le parole, e trovando insieme cosa invece volevano comunicare, hanno ritrovato una sicurezza personale che non sapevano d’avere.

Ed era lì. Non gliel’ho data io, ce l’avevano già, la loro, non la mia.

Io sono stata solo un mezzo per vedere allo specchio come sono realmente dentro.

L’abito non nasconde più ma rivela l’essenza della persona stessa.

Qui mi fermo.

Ci sarebbe molto altro ma questo non è un fashion-blog e io non sono una Fashion blogger.

Se però l’argomento ti interessa, fammelo sapere e magari ne riparleremo. Chissà!

10 libri da portarsi nel rifugio del cuore

Copertina 10 libri

C’era una volta una bella bionda che lasciò l’Italia per un’esperienza di volontariato e da allora è costantemente in viaggio.

Parlo di Eli Sunday Siyabi, autrice del blog Toohappytobehomesick, che un bel giorno decise di nominarmi nel suo articolo #dimmicosaleggi.

Il gioco consiste nello scegliere 10 titoli che rispondano a questa domanda: quali libri ti porteresti in cabane?

Detto che per me sarebbe una specie di tortura perché odio il freddo, Eli mi ha messo in profonda crisi, perché 10 è un numero troppo limitato rispetto alla gran quantità di libri che io mi porterei, e fare una cernita è stato altrettanto ostico.

Ci tengo a dire che non sono in ordine di importanza ma così come mi sono venuti in mente, perciò ecco a tei 10 libri che porterei con me in un rifugio isolato al freddo, qualcuno per riflettere, qualcuno per ridere, qualcuno per amor dell’arte.

Let’s start!

10 libri che porterei nel mio rifugio

1- Fernando Pessoa – Il libro dell’inquietudine

Di Pessoa si conoscono le poesie, questo infatti è il suo unico libro di narrativa e, per scriverlo, si è inventato un autore immaginario, Bernardo Soares.

Solo per questo meriterebbe di essere letto.

Ma il motivo per cui lo amo alla follia è perché è uno spaccato raffinato dell’interiorità umana, di quella inquietudine che, spesso, si cela dietro una grande personalità, e che solo chi conosce davvero può ritrovare nelle sue parole, dettagliate, profonde, apparentemente tristi ma, per me, sua accanita fan, consapevolmente serene.

10 libri Fernando Pessoa

2- L’ombra del vento di Carlo Ruiz Zafon

Ho scoperto “L’ombra del vento” per puro caso, un giorno che vagavo in Feltrinelli alla ricerca di una nuova avventura da leggere.

Bisogna sempre fidarsi del proprio istinto.

Ricordo bene la sensazione quando l’ho preso in mano, l’ho aperto per leggere qualche riga, ho dato un occhio alla trama sulla quarta di copertina e, basta, è stato amore a prima vista.

Zafon mi ha fatto viaggiare in una Barcellona oscura ed estremamente affascinante, con continue sorprese e risate non scontate.

L'ombra del vento Ruiz Zafon

3 – The man who listens to Horses di Monty Roberts

L’incontro con Monty Roberts ha dato una svolta enorme alla mia vita, e non soltanto nei confronti delle mie conoscenze sui cavalli.

Monty è un filosofo della vita, uno che per anni è stato ostacolato dalla famiglia, dalla società e questo soltanto perché aveva creato un metodo innovativo e non violento per educare uomini e cavalli.

È diventato famoso solo dopo i 40 anni grazie alla regina Elisabetta di Inghilterra.

Consiglio questa lettura a tutte/i, indipendentemente dal fatto che ami gli equini. La sua storia è degna di un grande film Hollywoodiano. 

Monty Roberts libro

4 – Morte malinconica del bambino ostrica di Tim Burton

Era inevitabile che mettessi un richiamo al grande amore della mia vita, il cinema.

Tim Burton, beh, lo adoro, e questo libricino è un meraviglioso manuale della sua creatività. Ricco di disegni, poesie e ballate, racconta storie di bambini fragili, buffi, attorniati da adulti che distruggono la loro voglia insaziabile di vivere.

Una vera chicca.

Libro Tim Burton

5 – Il Sutra del Loto

Di libri religiosi ne ho letti tanti ma questo, lo dico con totale rispetto verso tutte le fedi del mondo, è il libro a cui non rinuncerei mai.

Sembra un libro allegorico, pieno di immagini mitologiche e forse per questo, quando lo lessi la prima volta, pensai che non fosse fatto per me… che sono una “concreta”. 

Invece oggi credo sia uno dei libri più concreti che abbia mai letto.

È il Sutra in cui Shakyamuni Siddhartha, il Buddha storico per intenderci, afferma che ogni essere umano ha un potere illimitato oscurato dalle illusioni e che anche le donne (prima d’allora considerate inferiori all’uomo), come qualunque altro essere vivente, possono realizzare l’illuminazione.

Solo per questo lo ritengo un testo rivoluzionario.

Per esperienza personale, se letto considerando ogni ideogramma reale, è utilizzabile esattamente come un manuale di vita felice e non solo come un testo di Buddismo.

Sutra del loto

6 – La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani

Di Tiziano Terzani avrei potuto citarne diversi. Questo però è il libro che mi ha fatto piangere di più per un semplice motivo: affronta la tematica della morte. Argomento che ancora mi crea notevoli scombussolamenti interiori e che, come sempre, Terzani affronta con una dolcezza ineguagliabile.

Vivere senza leggere Terzani è un’offesa alla vita stessa, ma questo è solo il mio parere.

La fine è il mio inizio

7 – Un posto nel mondo di Fabio Volo

E qui arriveranno le critiche.

Beh, io lo affermo qui e ora: io leggo i libri di Fabio Volo. Ascolto la sua trasmissione su radiodeejay e, quindi, per me è come uno di famiglia.

E aggiungo: non sarà Hemingway ma credo che sappia raccontare la quotidianità della nostra generazione, i rapporti umani, le relazioni affettive, con un occhio attento e ironico, il che non guasta mai.

Questo è il suo terzo libro. Dopo averlo letto sono partita per Capo Verde. E da lì verso altre mete.

Ho sempre saputo che viaggiare facesse parte di me, ma lui mi ha dato il là per iniziare a farlo sul serio. Solo per questo ha la mia immensa gratitudine.

Fabio Volo Un posto nel mondo

8 – Underground di Marco Pesaresi

Ritorna il mio amore per l’arte. Non potevo non mettere in questa lista un libro fotografico.

Ne ho parecchi e sceglierne uno è stata dura. La scelta è caduta su Underground perché ha un’introduzione di tutto rispetto affidata a Mr Ford Coppola e perché è un racconto fotografico delle metropolitane di tutto il mondo.

Avendo appena menzionato il mio amore per i viaggi, non me la sentivo di finire in un rifugio al freddo senza un occhio aperto verso il mondo fuori.

10 libri - underground

9 – Il visconte dimezzato di Italo Calvino

Italo Calvino. Basterebbe il nome. Che altro aggiungere?

Uno dei libri che mette in mostra la genialità di quest’uomo italiano. Scusa l’enfasi ma ogni tanto ce vò.

Il racconto della dualità dell’essere umano, del senso di incompletezza, bene/male, il tutto condito dalla leggerezza della scrittura.

Di Calvino io penso che bisognerebbe leggere tutti i suoi libri. C’è solo da imparare e sicuramente da conoscersi.

Italo Calvino visconte dimezzato 10 libri

10 – Voglio vivere così di Isabel Losada

Isabel Losada è stata una scoperta relativamente recente.

E da quando per la prima volta ho adocchiato un suo libro (per la cronaca quello della foto), non l’ho più mollata.

Quando mi immergo nelle sue pagine ho sempre le lacrime agli occhi dalle risate. E pensa te, non sono libri comici!

È proprio questo che adoro nel suo modo di scrivere: è capace di farmi ridere stimolando insieme pensieri profondi. Una donna curiosa che prova prima di criticare, che ama la vita e vuole amarla a tutti i costi indipendentemente dalle sue contraddizioni.

Voglio vivere così Isabel Losada 10 libri

Grazie, Eli.

Con questo gioco dei 10 libri, mi hai permesso di rispolverare vecchi libri e di rileggere alcune delle pietre miliari della mia vita.