Intervista ai Black Market Aftermath, rock band italiana

Quando è cominciata l’avventura di questo blog, mai e poi mai avrei immaginato di intervistare una rock band.

Io????????

Sì, proprio io che ho scoperto la musica dopo i 18 anni…

… Io che riconosco le canzoni (la musica, mica il titolo!) ma non azzecco mai il nome del cantante…

… Io che al cospetto di LUI, grande appassionato di rock e hard rock, chiedo con un tono da Alice nel paese delle meraviglie: “Come si chiama quello che canta?” e LUI mi guarda con uno stato d’animo tra il disgusto e lo sconforto.

Beh, che colpa ne ho io?

Non starò qui a raccontarvi della mia infanzia lontana da qualsiasi tipo di musica, né a spiegarvi il perché e nemmeno a dirmi – me tapina – per quel perché.

La mia non-cultura musicale l’ho costruita pian pianino, un po’ tardi rispetto all’ età anagrafica, ma perlomeno me la sono fatta da sola.

E sì, forse non mi verrà subito in mente il nome del cantante dei Pearl Jam...

… forse mi sarò innamorata prima del fisico di Ben Harper che della sua musica (e adesso ditemi che non è un figo da paura)

… forse sarà banale che la mia canzone preferita in assoluto è Halleluja di Jeff Buckley (seeeee, lo so che non l’ha scritta lui – ammazza quanto siete precisi – ma la sua versione mi fa venire la pelle d’oca ogni volta che la ascolto).

Ma eccomi qui con tutti i limiti del caso, pronta a parlarvi di una nuova rock band che merita di essere scoperta un po’ meglio e supportata alla grande.

Allora conosciamoli. Loro sono i Black Market Aftermath.

Francesco dei Black Market Aftermarth
Francesco D Andrea

Intervista ai Black Market Aftermath

N: Ciao Francesco, ciao Walter! La prima domanda che vi faccio è un po’ alla Marzullo (Don’t kill me!): “per capire, per capirsi e forse anche per capirci”, ci raccontate qualcosa di voi?

F: Ciao! Sono Francesco, nato a Napoli. Dopo un paio di tentativi universitari ho mollato gli studi “normali” e mi sono fiondato a Roma per studiare musica a tempo pieno. Lì ho fatto le prime esperienze da compositore di colonne sonore e ho avuto anche la prima band “semi-seria” con Walter, i Jeremy’s Garden. Dopo essermi trasferito a Lille, a nord della Francia, è nata l’idea di collaborare a distanza con Walter, e di incidere una serie di pezzi che sono poi diventati Come Naked.

W: Ciao, sono Walter, sono un’architetto, vivo a Roma e… canto praticamente da quando ho 5 anni. Ero nel coro delle elementari, poi quello della chiesa… poi dall’adolescenza ho cominciato ad avere i primi gruppi… tanti, dei generi più disparati, dall’heavy metal, al soul, al rock italiano, al grunge, al folk, acustico. Qualche anno fa ho conosciuto Francesco. Siamo rimasti sempre in contatto,  anche quando lui si è trasferito a Lille. La prima collaborazione con pezzi nostri fu la colonna sonora del film Spaghetti Story, poi piano piano è nata l’idea di Black Market Aftermarth e dell’album, una fatica di un paio d’anni ed eccoci qua con Come Naked!!

N: Ho letto sul vostro sito due ringraziamenti speciali, a Jimi Hendrix e a Charles Bukowski. Se la motivazione del primo è facilmente intuibile ascoltando il vostro sound, ci dite perché Bukowski (autore molto caro a questo blog)?

F:  Magari avessimo il sound di Jimi Hendrix! Lui è “la” fonte di ispirazione di ogni chitarrista rock che si rispetti, perché incarna allo stesso tempo tradizione blues e innovazione del suono. Io come chitarrista mi limito a ascoltare gli artisti che mi emozionano, e poi mi lascio influenzare. La musica è un procedimento a catena, nessuno crea qualcosa di completamente nuovo, nessuno crea da zero. Nel mio caso, cerco di rubare alcune idee nei suoni e nel suo modo viscerale di suonare, ma non mi paragonerei assolutamente alla sua statura di chitarrista.

Mentre Bukowski, lui è il mio Hendrix della letteratura. Una scrittura ridotta all’osso, ma esuberante, ritmica, un pugno dopo l’altro. Bukowski era triste, ma faceva ridere. Il rock è uno sfogo fisico che ha energia, ma può nascere da uno stato di ansia, rabbia o depressione. Sulla tomba di Bukowski c’è scritto “Don’t try”. Sua moglie in un’intervista spiegò che il significato di quella scritta non è affatto “non provarci”, è piuttosto “Fallo e basta”, perché “provarci” soltanto non è abbastanza. Vai fino in fondo o lascia perdere. Questo approccio “aggressivo” è fondamentale nel mondo della musica se vuoi far arrivare la tua musica a parecchia gente. Bukowski è sempre lì accanto a dirmi “dacci dentro e non pensarci troppo, vai avanti e crea”. Come Naked è l’inizio del mio “fare”.

N: Questa domanda devo proprio farvela. Considerando la situazione degli “artisti” nel nostro paese… ma chi ve lo fa fare?

Walter dei Black Market Aftermarth
Walter Marini

W:  La musica. Fare musica, scrivere pezzi o cantarli, è il momento di “peace of mind” in cui svuoto la mente da tutto e faccio qualcosa che mi fa stare bene, come una dose di morfina. Poi quel che sarà, sarà…

F:  La situazione della musica in Italia… in realtà la situazione della musica del 90% del pianeta Terra è la stessa! Sei sempre un musicista in mezzo ad un milione di altri musicisti, molti dei quali più bravi di te, molti dei quali più agguerriti di te, molti dei quali danno via l’onore per una fama momentanea, in cambio di un paio di hit estive e una discografia dimenticabile. Per fortuna internet dà la possibilità a tutti di esprimersi e di avere una piccola fetta di pubblico, e su internet si trovano molti artisti non dimenticabili. Il successo è un di più che cerco perché vuol dire poter avere un pubblico più grande e più onesto. I commenti di amici e parenti sono sempre belli e incoraggianti, ma la musica è fatta per smuovere le masse, farle ballare, piangere, emozionare. Se non facessi musica di mestiere la farei comunque nel tempo libero, per cui sono d’accordo anche con Walter: faccio musica innanzitutto perché ne sento il bisogno.

N: Immagino che abbiate visto il video dei 1000 di Cesena. Mi ha emozionato vedere tutti quei musicisti, soprattutto le 200 batterie, suonare all’unisono. Sembrava un’orchestra ma diversa da come siamo abituate/i a vederle. Da musicisti e fans di grandi rock band mi dite qual è la vostra impressione, se e cosa vi ha suscitato?

F: Per me è l’ennesima testimonianza del potere della musica sulla gente. E di quanto la gente abbia bisogno della musica. È rassicurante per un musicista vedere che così tante persone sono sensibili al buon rock al punto da dimostrarlo in maniera così eclatante. L’evento di Cesena mi dà quindi ancora più voglia di suonare, scrivere musica, e speriamo di fare a breve un bel mini-tour di partenza! Questo dipenderà dalla gente che vuole vederci. Speriamo ci sia e sia numerosa!

N: Ci raccontate un progetto futuro dei Black Market Aftermath?

F: Il piano è lungo e doloroso, ma stimolante: abbiamo appena finito l’album, è stato un lavoro lungo e massacrante. Adesso c’è poco tempo per riposarsi, bisogna cominciare la promozione dell’album, e sperare che si sparga la voce su internet. Da lì, se va bene, pensiamo di fare una campagna su Kickstarter o simili, per raccogliere i soldi sufficienti a fare un primo tour. Nel frattempo dobbiamo espanderci da 2 a 5 musicisti, e anche lì, non sarà un traguardo immediato… Tra poco cominceremo a pensare a un video, ma allo stesso tempo c’è da scrivere ai blog, alle radio, ai giornali….e il tutto senza un soldo per la rassegna stampa o routine del genere…. speriamo bene!

Che ne dite? Supportiamo i Black Market Aftermath? Daje!

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