Perchè Babbo Natale non passa dall’Africa?

Sono ormai tre Natali che mi tocca rispondere a questa domanda.

E dopo essermi arrampicata su ogni specchio possibile con risposte improbabili del tipo:

“Forse fa troppo caldo per le renne!”(Embè? Dammene te una più credibile), ho finito per raccontare alla mia bimba color cioccolato al latte, che nemmeno da casa mia passava Babbo Natale.

Che poi non stavo nemmeno in Africa ma nella nostra bella Italia cattolica.

Soltanto che i miei genitori avevano optato per un altro tipo di religiosità e, pur rispettando tutte le forme spirituali esistenti al mondo (porca zozza, ma perché ci devono andare di mezzo sempre i bambini?), questo comportava per me e mio fratello non solo la triste notizia che Babbo Natale non esisteva e che quindi non sarebbe passato da casa nostra il 25 Dicembre, ma anche non festeggiare onomastici, compleanni e tutte quelle occasioni che per i più piccoli hanno un unico significato: regali.

Infanzia de merda, I know, I know!

Per fortuna sono tutta intera qui a raccontartela scavallando l’ombra della depressione e del suicidio adolescenziale (Pfiuuu!).

Il mio albero di Natale

Io credo a Babbo Natale

Le ho detto però che io a Babbo Natale ci credo e che da quando avevo 12 anni, gliela scrivo la letterina.

Non importa se risponde o no, non importa se qualche volta i regali li porta oppure no.

A me piace avere questa corrispondenza e credere che lui legga la mia lettera scritta rigorosamente a mano e in italiano.

Sarà per questo che non capisce bene che regali voglio?!?!

Ahimè, a quel punto non ho potuto eludere la domanda: “E quella di quest’anno?”.

Naturalmente mammanonhomailtempopernullafiguratiperme non l’aveva ancora preparata e così, sotto sua stretta supervisione, ho aperto il fedele moleskine e ho iniziato a scrivere.

Babbo Natale sotto il mio albero

La mia letterina di Natale

Buon Natale, Babbo, come va la dieta?

Ricordati che anche quest’anno il costume é lo stesso e tocca che tu ci rientri.

E gli elfi? Un restyling, no, eh?

Va bene, va bene, non critico più. Abbi pazienza, è deformazione professionale.

Veniamo al dunque. Che vorrei per questo Natale?

A dire il vero quest’anno non ci ho ancora pensato.

Ah, sì, prima di tutto vorrei avere delle belle notizie, visto che ultimamente non se ne sentono molte.

Sapere che quell’amico ha realizzato il sogno della sua vita, che la mamma della mia amica sta meglio, che i miei genitori sono sereni.

Vorrei andare in giro per la mia città, che è strepitosamente bella, senza l’ansia di un mega-botto da un momento all’altro, e non parlo dei petardi dei ragazzini per strada.

Vorrei capire che direzione finalmente prendere nella mia vita, ché sono sempre così incasinata, una sognatrice alla ricerca continua di qualcosa.

Vorrei accettare che sto diventando grande senza gridare allo scandalo rughe forever.

Vorrei che Safari arrivasse nelle mani delle donne e degli uomini che sono pronti ad andare in una direzione nuova e, forse per un po’ di paura, non riescono ancora a farlo; nelle mani di chi pensa che non ci sia soluzione alla loro quotidianità per dirgli che invece la soluzione c’è, che magari non è quella che ci hanno propinato gli altri ma che, dentro di noi, quella soluzione esiste già, dobbiamo solo tirarla fuori (io per prima).

E poi, sai cosa vorrei?

Che andassi nelle case di quei genitori, proprio quelli che hanno detto ai loro figli che tu non esisti e gli riempissi la casa di pacchi e pacchetti, così gli facciamo un bello scherzetto.

Sarebbe divertente!

Credimi, i bimbi in quelle case non stanno aspettando altro.

Caro Babbo, Buon Natale.

Non prendere troppo freddo su quella slitta e, quando passi sopra l’Empire, pensami un pochino che lo sai che io vorrei essere lì con te.

Chissà che bella vista da lassù!

Adesso ti saluto, la minestra è quasi pronta e devo prepararmi al momento in cui quell’esserino che amo tanto, inizierà una lamentela senza fine perché avrebbe preferito le cotolette.

Ah, un’ultima cosa, Babbo.

Se poi proprio vuoi portarmi una cosetta materiale, che non ne puoi fare a meno, vero? Un paio di desideri ce la li avrei, due cosucce da niente, ma adesso è tardi, devo proprio andare. Te li scrivo dopo.

Buon Natale, Babbo, ci vediamo il 25, come tutti gli anni.

Quest’anno me lo fai un favore? La chiudi la finestra quando vai via ché mi lasci sempre la camera da letto gelata?

Ti voglio bene, Babbo. Non dimenticarlo mai”.


E tu ci credi a Babbo Natale? E cosa desideri per quest’anno?

Se ti va, raccontamelo in un commento. Grazie!