Leggerezza parte seconda

Ti ricordi quando ti parlai di leggerezza? Calvino, il bicchiere tutto pieno, etc.?

Oh, ma quant’è difficile vivere così??

Ogni giorno è una lotta continua tra le tue meravigliose, leggerissime intenzioni e una quantità abnorme di rotture di maroni (sono stata abbastanza elegante?).

Insomma ti alzi dal letto, con un occhio mezzo chiuso e l’altro anche, diretta unicamente verso la macchinetta del caffè e sei già fortunata se ci arrivi senza un “Mamma, dove hai messo i calzini?” (che poi non si capisce perché dovrei saperlo io visto che non passo il tempo a spostarle i calzini dal cassetto).

Dopo la meritata dose di caffeina, lavaggio denti, trucco veloce, accompagnamento a scuola della prole, la tua mente si prepara alla giornata.

Fai una lista che sia ben organizzata tra cose da fare e cose che vuoi fare (vorrai mica dimenticarti di essere felice?!).

Allinei te stessa all’aurea della leggerezza con salto mortale di ironia, ma… ma…

… Iniziano i guai.

Tua suocera ti chiama per sapere perché ieri non hai risposto al telefono (ma io dico, se mi chiami nell’unico momento in cui riesco a farmi una doccia?).

La tua migliore amica è in preda a un momento di panico e che fai? Non la raggiungi e le organizzi una mega-fantastica mattinata per dimenticare il problema?

A tuo marito si è fermata la moto, tocca andarlo a recuperare…

E fu così che le belle intenzioni di leggerezza finirono nel pozzo nero del Vaffa…

Per non parlare delle notizione allegre di cui ci tempestano i media. Tu penserai, questa mi parla di leggerezza quando ci sono donne che si suicidano o vengono uccise ogni giorno… quando sono più le bombe che scoppiano che i fuochi d’artificio a Ferragosto… quando gli uomini perdono il lavoro come fossero capelli e non sanno più come far mangiare i loro figli.

Leggerezza parte seconda

Mannaggia ai buoni propositi!

So che non sono i normali imprevisti giornalieri, i motivi per abbandonare i grandi propositi di una vita migliore.

Ho in mente problemi più seri che fanno a pugni con intenzioni opposte.

In Agosto pensando al blog, alle cose su cui mi sarebbe piaciuto confrontarmi con te, sentivo calma piatta nel cervello. Nessuna idea.

E mi rendevo conto che la mente era occupata da altri pensieri. Cose che mi piacerebbe non dover affrontare ma che, guarda caso, devo proprio risolvere e anche al più presto.

In questi casi la mia tendenza sarebbe quella di prendere il primo aereo e volare via nel posto più lontano possibile dalla mia quotidianità.

Poi però mi accorgo che la verità sta da un’altra parte.

Mi accorgo che non si tratta di pensieri opposti.

Mi accorgo che posso scegliere di inglobare tutto insieme, di vivere tutti gli aspetti della mia vita, anche quelli “complicati”, che tanto anche quelli non mi abbandoneranno mai definitivamente.

Perché la vita degli esseri umani è fatta così, di cose belle e di cose brutte, di cose strepitose e di cose orribili.

Mi accorgo che posso prendere tutto e buttare quel tutto nel calderone della leggerezza.

E soprattutto mi accorgo che, quando faccio così, riesco a ribaltare una situazione tragica in un’occasione per scherzare e gioire della vita stessa.

Come si sta bene!

Il che non solo fa bene a quel momento, ma propaga il flusso di benessere nei giorni successivi, nelle persone intorno a me.

No, non mi è semplice, per niente.

Di base la prima cosa a cui penso è “Adesso divento una bestia”. Dalla pancia sento un forte bruciore che si propaga in tutto il corpo, fino alle orecchie, al naso, agli occhi.

È la rabbia che cerca di prendere il sopravvento.

Ma se supero quell’istante, se metto a bada quel bruciore e riesco a fare l’incredibile azione di lasciarmi scivolare addosso quelle parole, quella situazione, allora accade una magia, una magia di cui sono la protagonista, inconsapevole di tanta potenza dell’essere umano.

Ecco, parlo di questo, che dai problemi non è esente nessuno, ma accorgersi di avere questo potere cambia le cose.

Magari non riesci ad attivarlo subito, magari non tutte le volte, ma quando lo sperimenti anche solo una volta, te lo ricordi.

E la prossima volta che quel bruciore risorge da dentro, oltre a ricorrere a un Malox che non si sa mai, ti ricordi che puoi attingere a qualcosa di profondo che è in te, non da un’altra parte.

E che quel qualcosa ti permette di vivere il momento “ma perché proprio a me?”, con la consapevolezza che da quella roba complicata verrà fuori un’esperienza costruttiva, forse anche divertente.

Perché porci dei limiti?


Se vuoi leggere il mio primo articolo sulla leggerezza clicca su:

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