Barbie, The Icon: storia di un’icona

Premessa

Avevo impostato questo articolo in maniera diversa ma poi, ieri, è successa una cosa che mi ha disturbato non poco.

Dopo aver pubblicato la mia foto su Instagram, ho notato dei commenti, solo due, tre per fortuna, ma commenti ridanciani, cinici (di solito io non disdegno il cinismo ma qui era di basso spessore). Da chi sono stati fatti questi commenti secondo te?

Uomini… italiani.

Gli stranieri hanno commentato diversamente.

Ora, io quando ho aperto questo blog, l’ho dichiarato a voce ben chiara.

Ho deciso che avrei mantenuto un tono leggero, ironico, perché di cose pesanti nella mia vita ne ho avute troppe e ho imparato che sorridere, ironizzare con intelligenza è la mia chiave di volta.

E ho mantenuto questa ironia, anche nei post più “seri”, perché so che lì fuori di persone che vivono vite complicate ce ne sono parecchie e forse qui, in queste pagine, approdano per respirare, per staccare un attimo, trovare un’oasi diversa, qualcuno che tifa per loro.

Non me ne frega niente di quanto ti affossino là fuori, con i loro risolini e la loro “santa” razionalità: Io tifo sempre per te!.

Che poi sembra che se parli di attualità, di argomenti “importanti”, con un tono greve e aulico, allora sei rispettabile, sei brava.

Ma se parli di argomenti leggeri, non puoi essere profonda. Questo per me è un luogo comune da sfatare.

Io leggo tanto e spesso vedo gente “importante” scrivere di cose “importanti” senza alcuna competenza, senza un briciolo di umanità, senza arrivare a nulla se non a una corretta composizione letteraria.

Con questo non voglio dire che ci debba essere un unico modo di proporsi, semplicemente non sopporto i pregiudizi a priori, i commenti senza aver riflettuto un attimo.

Perciò alla fine mi son detta: sti grandissimi ca**i!

Il post lo lascio come l’avevo pensato. Buona lettura!

Barbie the icon
La mia foto su Instagram

Ladies & gentlemen, Barbie la star

Lunghi capelli biondi. Occhi turchesi. Un’età che non le daresti mai. Parla 50 lingue.

Ha avuto una lunga relazione con un solo uomo, ma niente matrimonio e oggi “si dice” siano solo amici.

Di lavori poi ne ha cambiati parecchi, in barba ai cococo: è stata snowborder, astronauta, ingegnere, paleontologa, veterinaria, architetto, babysitter, pattinatrice sul ghiaccio, pasticcera, pilota d’aereo, infermiera, ultimamente anche candidata alla Casa Bianca.

70 tra i più importanti stilisti hanno fatto a gara per creare i suoi abiti.

Insomma, mia cara animaalcontrario, un blog a cui è molto cara l’emancipazione femminile, come poteva non ospitare una donna con questo curriculum?

Sono certa che avrai capito benissimo di chi sto parlando: Miss Barbara Millicent Robert, conosciuta ai più col nome di Barbie.

Il motivo per cui invece te ne parlo qui è perché, con la scusa di portarci mia figlia (beh, genitori, confessatelo che comprate ai vostri figli i giochi che non avete avuto voi da bambini!), sono andata a vedere la mostra.

Barbie ispirate alle dive del cinema
Le Barbie che omaggiano il cinema. Ovviamente le mie preferite 🙂

Barbie, The icon – la mostra

Non so se alla mostra Barbie The Icon ero più io ad avere gli occhi luccicanti o mia figlia.

Mi sembrava di essere in un enorme album di figurine. Celo, manca, celo, manca.

Che te lo dico a fa’? Mi mancavano quasi tutte.

Però che bello rivedere le Barbie della mia infanzia, con quei vestiti pubblicizzati sulla quarta di Topolino… e la casa che avrei tanto voluto, lì, davanti ai miei occhi… e quella cura del dettaglio che fa di un giocattolo una vera opera d’arte.

Sì, perché Barbie, i suoi abiti, gli accessori, le macchine, le case, le barche, i cavalli, sono tutte opere d’arte in miniatura che raccontano 56 anni di storia del nostro secolo.

A chi contesta che Barbie non sia un’esempio di vera emancipazione femminile dico questo: Barbie è stata inventata da una donna in un’epoca in cui pochissime donne lavoravano.

Certo, qualcuno di voi obietterà che era la moglie del sig. Mattel (perché tanto c’è sempre qualcuno che obietta), ma era una donna. Punto!

Barbie favolose
Non sono strepitose???

Barbie è una tosta

Barbie non è biondina, sciocchina, cretina. Scusa la sincerità.

Barbie è una tosta che ha rappresentato un cambiamento per le donne, con i suoi abiti da lavoro destinati solo a uomini, con la sua determinazione sportiva, con la sua credibilità per tutte le bambine del mondo occidentale. E a dimostrare questo il fatto che la mostra non era piena di bambine e bambini, ma di adulti, femmine e maschi (ok, i maschi erano stranieri), venuti ad ammirare lei.

Per dirti quanto Barbie rappresenti la supremazia femminile, ti lascio con un piccolo aneddoto.

Mia figlia che è molto attenta alla disparità maschio/femmina, che quando al Goldengala ha visto osannare Gatlin nei 100 mt, mi ha chiesto: “Perché non hanno fatto lo stesso con la femmina dei 100?”, mia figlia, per lungo tempo ha chiamato Ken, il Barbie maschio.

Unadonnaalcontrario alla mostra Barbie The icon
E questa sono io. Che dirti? Non ho resistito. W la leggerezza!!!

4 risposte a “Barbie, The Icon: storia di un’icona”

  1. Fantastica riflessione. Sarà che ci sono cresciuta (la mia prima Barbie era fra le prime con le “gambe che si piegano” – quella li mia cugina grande aveva “le gambe dure” – chissà chi mi capisce 😉 ), ma la Barbie è la tipa più tosta che ci sia. Perché sennò le bambine ci sarebbero andate pazze per generazioni? Siamo mica tonte….Grazie!!!

  2. Cavolo, dopo il tuo articolo ho avuto la conferma: devo ASSOLUTAMENTE andarci!!!
    Ho adorato la tua premessa sulla donna più famosa del mondo XD
    Volevo chiederti: quanto dura all’incirca la mostra?

    1. Sono certa che ti piacerà.
      La mostra non è enorme. Considera che noi siamo state dentro un’ora ma perché sembravamo delle ragazzine innamorate 🙂 e ce la siamo rigirata più volte

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